Thursday, December 4, 2008

Profiteroles cerca il suo grassone

Forse perché le cose, le vediamo così diversamente e viviamo anche le emozioni in due diversi livelli.
Io, come ha detto quel stronzo altroieri, sono molto esplosiva. Per me, se succede qualcosa che mi supera il limite del normale emozione - poi negativa o positiva, è uguale -, mi viene così tanta energia in sangue che non riesco a non viverla. Se metto le mani su questa fonte di energia, l'abbandono, la strozzo. Per me, sentire l'amore di nuovo, come l'ho sentito, quando avevo 15 anni, è come ringiovanirmi. E non posso e neanche voglio separare quest'emozione dal soggetto che me la fa sentire.

Io sento gratitudine, molta piacere e sento una voglia infinita di pensare sempre sempre sempre a questo soggetto. Solo che mentre a 15anni non avevo bisogno del soggetto stesso per stare bene, ora, a 33 non ce lo faccio più a stare contenta e felice senza stare anche fisicamente con lui. Mi sento abbandonata. Non credo che sia un segno, del che io non sia capace di stare da sola. O che non mi sento bene da sola. Credo che io sono così innamorata che veramente non vedo l'ora di stare con il mio soggettino. Non riesco a fermarmi neanche di pensarci. E che poi me ne rendo conto, certo che sono due palle da sopportare, che sono una persona così innamorata, è magari sono troppo.

Ecco, sono troppo, come il profiteroles. Un morso e poi ti viene il vomito del tutto il cioccolato dentro e fuori che esce dalla tua bocca e scende accanto delle labbra. E infatti, per questo serve un goloso per goderselo. Ci vuole un grassone, non uno che guarda i suoi chili. Dico, se mi considero un profiteroles, allora cerco il mio grassone goditore che mi strappa in morsi e ne vuole ancora. Di me. Sempre di più.

Wednesday, September 10, 2008

Cosa sceglieresti?

Penso sempre a com'è un amore. Cosa significa, come si cambia durante il tempo. Fino a che punto si può chiamarlo amore e dove inizia ad essere qualcos'altro a cui questa parola è già troppo larga o troppo stretta.

Pensavo, che fosse comparabile alla pioggia.

Da piccola, quando con i miei genitori eravamo in viaggio per le vacanze con la macchina del mio zio e all'improvviso è iniziato a piovere, sembrava, come se ci fosse un preciso centimetro nello spazio, dove c'è il limite della pioggia, quindi se ci fossimo fermati una volta, sarebbe stato possibile entrare dentro e uscirne fuori, come uno vuole. O parlare con qualcuno che sta in pioggia, essendone fuori. (Solo da grande ho capito che questo concetto si realizzò con il muro di Berlino o in qualsiasi paese post-Trianon-iano per vicini di casa.) La cosa più ovvia è, che la pioggia prima o poi finisce - variabile tempo -, è chiaro.
Allora anche l'amore sarà questo, no?
Immaginati la scena: tu, nel tuo Lamborghini - diablo... per essere precisi, visto, quanto sei figo a vivere, rappresentiamo la tua vita con quest'estrema bellezza - che vai - maccché vai, voo-oli - verso il limite della pioggia e in un certo momento e centimetro lo raggiungi, c'entri e sei travolto dalla sensazione. Scivoli, freni, fai fischiare le gomme, poi ritrovi i tuoi sensi e ri-inizi a correre/volare. Ne prendi gusto - per i lettori un po' meno attenti qui arriviamo all'essere innamorati folli - e poi...POOOOOIIIIII....poi.
C'è sempre un poi, se non altro, allora finisce il film o ci svegliamo...

Comunque poi vengono le varie possibilità. O: non cambi mai corsia, vai sempre a 200, e poi ti fermi solo perché ti manca la benzina. O: vai cambiando marcia ogni secondo, freni, riacceleri, fai un viaggio stupendo che poi ti annoia, ti fermi, scendi e basta. O: non c'è lo fai nella pioggia, perdi per un attimo l'attenzione e la macchina si gira già e tu non sai come uscirne, forse muori o forse resti handycappato per una vita. O: vai in qualsiasi di questi modi...scusa, voli in qualsiasi di questi modi, e poi esci dalla pioggia - variabile spazio -, te lo anche dimentichi e arrivando una volta alla destinazione del tuo viaggio, neanche ne racconterai. O...e questo è che capita durante tanti viaggi, la pioggia diventa meno presente, fino a finire - variabile tempo - la tua macchina si asciuga, esce il sole e tu torni ad essere e a sentirti come prima.

Immaginati quella pioggia! ADESSO! Immaginatela! La sua esistenza era del tutto superfluo per te, non ti ha cambiato la vita, non ti ha cambiato neanche un momento della tua vita, neanche te ne ricordai. Quella pioggia era di tutto inutile nella tua vita.

La pioggia odia essere inutile.

Tuesday, September 2, 2008

Una gallina? ma ricordati di me!

"Quando stringerai tra le mani tue, quel fucile che non ha pietà, di chi non ha pietà e stringe tra le mani quel fucile che guarda dritto a te" se potessi essere questa persona, se potessi almeno una volta non avere VISIBILMENTE non avere pietà...
Ma no, io devo essere Cristiana - che ridere che questa parola è poco distante da Cristina, basta infatti solo un "A" per trasformare una gallina in un'altra. Lasciando dietro delle mie spalle quest'esperienza poco spirituale ma nello stesso tempo tanto forte, devo dire che rivedere il posto, dove ho incontrato il mio personale incubo - o quella che doveva diventare pure contro volontà - , non era tanto male. Forse che intanto ho preso forza e so benissimo di essere quella nell'arcione del cavallo, o forse per il tempo sempre più lungo che passa e che mi fa capire che io veramente non rivoglio mai, ma mai più che quei ricordi, paure e esperienze diventino realtà...non so, sento la rabbia, e sincramente questa rabbia abbinerei tanto volentieri a sano. Una sana rabbia, un odio prezioso, un schifo sbalorditivo...
Tutto il giorno che prendo questa canzone come una musa "e quando girerà la testa, in quel momento
tu ricordati di me", perché é così vero, che ora lo so e vorrei esserci nei momenti, quando - se lo farà mai - si girerà indietro e guarderà chissá poi con che pensieri a questo periodo, ma si fermerà, e penserà...
Ma quindi è questo? Tutto qui? La grande "voglio_essere_immortale" quello, per cui devo rompergli le palle? O per il mio orgoglio personale? Non ha senso. O voglio giustizia nel mondo? (Ma chi ha mai detto che la ragione ho io?)
No, ho capito oggi, io sono veramente disposta e soprattutto preparata in ogni senso a lasciarlo andare per sempre. Cavoli, per una frase così bisogna essere veramente adulti. Per sempre ho detto. E non solo come ragazzo, come amico, come conoscente, anzi, secondo me riuscirei col tempo - pochissimo poi - a scordarmi pure di nomi, di luoghi, di numeri, eventi, di tutto. Vorrei, sono disposta, anzi, non vedo l'ora.
Mi ricordo, l'ultima volta, quando ho sentito questo, mi è arrivato una mail dell'"sei importante una cifra". ora penso in minuscoli, molto molto piano. pssssss
"Nello stesso spazio, nello stesso sparo, due pallottole, l'una dritta contro il cuore, l'altra conficcata nei pensieri, di quel primo che ha premuto il grilletto, e lucidato da una vita come tante per un niente torna niente"
Allora, da qui in poi le prove disperate per toglierlo dalla mia vita, diventano all'improvviso importantissimi per ME, non solo per dimostrarGLI chi e quanto sono. Non mi interessa quello che altre volte era il grilletto, che ho premuto, per vedere la reazione. Quel grilletto posso premere per una unica ragione: per togliermi di questo schifo...
Vorrei essere tanto libera - come anche sono già - e vorrei di-men-ti-ca-re! DIMENTICARE. TUTTO.
Anche se sano, se prezioso, se sbalorditivo. Vorrei tornare nel passato per poter scegliere in quei momenti importanti a fare quello che mi stava nella mente, ma ho preferito evitare per qualche evidenza ridicola, del tipo "viviamo una sola volta" o un'altro carino, tipo "una possibilità meritano tutti". Diceva il medico ieri nel Grey's Anatomy che alcune volte aiuta solo amputare l'organo. Allora, se il mio cuore è così che non riesco più a ragionarci, lo amputiamo, e esercitiamo l'arte della vita con i pensieri. Almeno per un po', finché possiamo riavviare un nuovo cuore sano, prezioso, sbalorditivo.
"finchè il tempo per farlo, prima di ridarlo indietro, a chi lo getta via tutto in polvere da sparo e grigio sangue amaro, resti un mucchio d'ossa e strappi l'anima e vai via"

Wednesday, August 20, 2008

sei una delle persone più importanti nella mia vita

Come si fa a reggere tanto di quella pressione che non si riesce reggere? Uno può essere forte e può pure provare a stare contro vento, ma se una volta - addirittura una delle volte, quando proprio non se lo aspetta, viene un vento così forte, si piega e non si riesce più alzarsi. Ecco, sono una delle persone più importanti nella vita del ragazzo che - devo dire - mi sta distruggendo il mio IO (odIO, convivIO, amorIOe). Prima ero così contenta di leggere questa frase...intanto vuol dire qualcosa molto bello, no? Sono una delle più importanti a cui pensa, quando vede qualcosa e di cui gli interessarebbe - non importarebbe, ma interessarebbe - l'opinione di cose che gli capitano. Lo stesso non mi chiede, mi comunica tramite una lettere elettronica che va in ferie, chissà qual'è il ragionamento per fare così.... "Over and over, you're pushing me right down to the floor, I should just walk away, over and over I keep on coming back for more..." E poi viene la rabbia. Perché mi fa questo? Perché non mi lascia in pace e si tiene queste emozioni che cmq non vuole condividere, me ne parla solo, perché non vuole che io sia libera delle sue catene, finché lui non non ha trovato un'altra Tantoimportantequantome.
Per giorni che di nuovo ho le stesse impressioni di essere guardata, che quando arrivo a casa, guardo le mie mail, i messaggini, lascio acceso ogni fonte per essere raggiungibile, che se vorrebbe raggiungermi.....ma non vuole. Voleva solo - come fanno i re, o quelli che hanno il potere - assucurarmi o sollevarmi o non so, cosa cazzo voleva... A me arriva solo il puro: non vuole lasciarmi in pace, di cui avrei così tanto bisogno. Ci ho provato stare e adattarmi in ogni modo alle sue necessità che non erano mai chiare, o erano le unghie, o la borsetta, o i capelli, qualcosa - sempre poco importante per un rapporto riuscito fra due anime belle, innamorate. E ora ri-inizia.


Non è da me a mandarlo via. Gli offro la mia amicizia, chissà anche questo, per quale motivo... Amicizia, in cui non credevo mai che potesse esistere dopo un rapporto intimo. Infatti, non ci credo neanche ora, ma credo, che se lo assicuro che non deve rinunciare a me, allora mi lascierà in pace, perché non avrà più la sensazione di perdere qualcosa, piuttosto di mettere qualcosa, che prima era tanto importante, su uno scaffale, di dove potrà sempre riprendere, anche se intanto lo sa, che non lo riprenderà mai, ma non vuole perderla... Come con le scarpe vecchie che non vogliamo mai buttare via, perché erano così comode per un periodo, che ci siamo affezionati e li teniamo per una vita.
Io ho imparato durante gli anni di svuotare il mio armadio dalle vecchie cose dopo ogni stagione, svuotare il cellulare dopo ogni mezz'anno e di dimenticare e riuscire a dire che qualcosa è finito.

Mi da pace e un senso di pulito. Anche questa volta ci riuscirò.....




Tuesday, May 6, 2008

Barcelona, primo giorno

Era il mio primo giorno da sola. Mi sono scelta io di fare ferie, almeno alcuni giorni, da sola a Barcellona. Sapevo che una città grande non mi lascia sola veramente.
La mattina, quando ho visto di svegliarsi la città gigante, automaticamente mi è venuto il buonumore. Non sapevo neanche cosa dovrei fare così all'improvviso.
Prima volevo andare all'università perché veramente sono qui per questo, per scrivere a tesi. Ma poi...quand ero su Las Ramblas, pensavo di andare a vedere la statua di Colombo, di lì volevo vedere il porto, di là volevo arrivare ancora a Barceloneta e lì, ero già sulla spiaggia. Stracontenta. Mi sono comprata un telomare e dopo un mezzo litro di capuccino - chissà, perché anche i catalani fanno il capuccio come i tedeschi... - e un brioche al bar sulla spiaggia, mi sono buttata a prendere il sole. Era COSÌ bello. Il tempo stupendo, gente in costume, insomma....era estate, e io in mezzo con il mio primo giorno di ferie.

Per pranzo ho bevuto un mojito, poi sono andata in città per controllare i lavori della Sagrada Familia.
Stavo pensando, cosa intendeva Robin Williams nel Dead Poets Society, quando voleva spiegare ai ragazzi, cosa vuol dire carpe diem. Questa volta i traduttori del titolo erano veramente bravi: L'attimo sfuggente, cioè, lo spiego anch'io un'altra volta: bisogna vivere il momento, in cui siamo, non solo farlo passare aspettando un momento migliore che verrà forse dopo quel momento, in cui ci troviamo, no. Bisogna esserci nella nostra vita veramente. Non è semplice, quanto sembra. Bisogna riuscire a trovare la bellezza dei minuti che passiamo soli, di quelli pieno di paura, di quelli delle tristezze infinite.
Credo che quando uno riuscìrà a trovare bello questi momenti, arriva al nirvana del carpe diem.
Certamente i momenti belli avranno ancora più valore nei nostri ricordi, se li vivremmo davvero.

E forse capiremo anche che lo stress come tale non esiste, è solo, quando i nostri pensieri dei momenti del futuro non hanno lo spazio per essere vissuti, perché li vogliamo vivere già nel presente assieme ai momenti che stiamo vivendo. Crea una folla di momenti nella testa che si può anche percepire, come stress...

Credo che al lavoro mi capita giornaliermente di dimenticarmi delle cose che sto proprio facendo, al favore delle cose che dovrò ancora fare e questa corsa mentale mi causa oltre lo stress, un sentimento di solitudine insopportabile. Forse domani riuscirò ad andare avanti nel conoscermi e capirò, qual'è il legame fra solitudine e corse mentali, oggi mi colpiva solo la tranquillità e felicità subito, quando sono riuscita a godermi i miei momenti, in cui - che ridere - fisicamente ero veramente sola.

Saturday, May 3, 2008

Ma perchè è così fantastico andare a casa?

No, questo sicuramente non è un "sì, vi capisco" agli italiani-mammoni, quali a 30 anni abitano ancora nella loro stanza che occupano da bambino nella casa dei genitori.
Questo è piuttosto un sospiro per le persone che sono costrette - costretto può voler dire anche un'obbligo che una persona fa per se... - a vivere all'estero e così anche costrette a rinunciare a un pezzo della loro personalit e convivere con la mancanza dell'orgoglio nazionale che nel ase d'origine viene costruito dalla cultura della nazione.

Una settimana fa ero un pollo abbattuto che avrebbe potuto tatuarsi sulla schiena: "Sono insicura o mi sbaglio?" Ora so di essere di valore, ho di nuovo forza per lavorare, riesco distinguere fra cose che mi fanno piacere e quelle che mi trattengono solo da queste cose. Finalmente mi sento libera di nuovo dopo quasi un anno.

Conta in questa rinascita la vicinanza della mia famiglia, come anche la solitudine durante il viaggio, con cui ho riscoperto di non essere imbranata, anzi. Conta che ho visto che conto pure io per le persone, pensano a me, gli fa piacere rivedermi.

Era bello rivivere pure la classica ospitalità delle famiglie e amici ungheresi che ti trattano come se fossi un'oca da ingrassare: "Mangia, mangia ancora, questo neanche hai assaggiato" - mentre tu stai solo pensando a come potresti arrivare al bagno e vomitare tutto il buon cibo, ma evidentemente troppo, fuori di te e chiaramente non vomiterai, ma ti berrai una quantità notevole di UNICUM che finge di essere un amaro che aiuta a digerire invece ti aiuta solo a diventare ubriaco in un tempo record.

Poi le cose che ci sono in Ungheria in un paesino piccolo, come Kisujszallas, le cicogne, le case, le persone, un intera gioventù insomma che non vorrei dimenticare.

È stato così bello, ma così bello!!

Monday, April 21, 2008

Capodanno 2007

Lettere. Pezzi di un lunghissimo chat. Rivivere tutti i pensieri che riempivano allora un intero cuore. Ricordi ai giorni, pieni di alcol e sigarette e pensieri che non finiscono, problemi che non trovano una soluzione. Come una partita di scacchi dove non importa ciò che succede nel momento ma quello, che reazione avrà quello che appena abbiamo pensato, cosa faremo. Pianificare le prossime mosse che influiscono sul futuro è come in un libro dove possiamo guardare non solo avanti, ma anche indietro sulle pagine già lette, questi pensieri influiscono pure sul passato. Lo riformano, lo rendono adatto per essere messo in una delle scatole prefatte che sappiamo già come trattare.

Forse quando dimentichiamo qualcosa, non succede esattamente quello che ci immaginiamo per dimenticare. Non è non ricordarsi più a quello che è successo, invece perdonare le parole scritte e le emozioni vissute. O sovrascrivere queste emozioni e parole con altre che ci spiegano quei inquietanti perché a cui ancora non abbiamo trovato nessuna risposta.

Come possiamo andare avanti con domande che non sono state mai tolte dalla testa. Come si può dimenticare momenti o giorni o addirittura mesi che ci hanno insegnato, cosa non si può fare, dove non si potrà mai arrivare. Cercando una risposta, ma se le risposte non sono così semplici da trovare, cosa c'è da fare? Si potrà mai saltare sopra e dimenticarle...?

Quando finisce un anno, la gente automaticamnte chiude un periodo e pensa a quello cosa è riuscito concludere e a quello che deve portarsi avanti nel nuovo anno. Forse sarebbe più giusto fare dei conti con le cose, quando terminano o raggiungono uno stato per essere conclusi, non quando artificialmente ci viene detto che abbiamo esaurito il tempo a disposizione.

Non ci vuole un momento speciale per aprire un buon vino. Il momento diventa speciale perché apri quel vino.

il mio 32esimo compleanno

32. È il contrario di 23. Come il VOLERE del POTERE. Al limite il primo potrebb'essere il complemento del secondo per arrivare al RIUSCIRE, ma niente di più. Si PUÒ qualcosa VOLENDO ma POTENDO non c'è più bisogno del VOLERE. Già si PUÒ. Quanto sarebbe bello, se questo POTERE avessimo sempre.
Potremmo mostrarci nelle nostre piene capacità in momenti scomodi. Se ci fosse un sorgente di energia, ecco la terza modalità dell'essere, il RIUSCIRE. Quindi se con questo sorgente di energia si potesse recuperare le forze che una giornata ci tira via, molte cose potrebbero funzionare. Non ci sarebbe più bisogno di un 23 nel 32, non dovrebbe esserci un... - bravo, la quarta modalità che scappa fuori dal discorso, il NON DOVERE che per me significa la libertà anche se finge di stare al lato opposto. Quindi non ci sarebbe bisogno di cercare una relazione fra persone, la relazione ci starebbe perché saremo in grado di tenere sotto controllo le nostre emozioni senza dover cambiare il nostro atteggiamento quotidiano, quando siamo con persone che hanno un determinato controllo su di noi senza che lo VOGLIAMO esplicitamente (potremmo POTERlo fare....o meglio RIUSCIREMO farlo....).
I modi di vivere si mischiano. Il POTERE cala al livello del VOLERE o addirittura a quello di solo VOLERE a NON DOVERE e cosí le scelte più semplici pesano all'improvviso tonnellate che non crediamo che RIUSCIAMO a farle.
Non si vola più, quando ci si sente cosi, ci si affoga solo lentamente. Anche il 32 nel 23.
Le techniche di POTERsi sentirsi bene per forza, ovviamente abbiamo. Le abbiamo con 32 nel sangue. L'uomo dimostra un esempio perfetto del come si diventa schiave delle proprie abitudini (pensando di fare qualcosa molto carina...) che creiamo per sentirci accolti, quando ci annoiamo o non riusciamo animarci nel tempo libero, quando siamo soli... Si prova tenere contatti, ridere, ma in realtà di noi ci sta solo il corpo, noi ci vediamo da fuori e sentiamo come fugge la forza dalla nostra anima, come la sangue di un animale ferito. La vita dovrebbe riempirci tramite le emozioni e le situazioni vissute che ci dovrebbero confermare che la vita vale di essere vissuto. Invece si incontra pochissime volte persone che ci riempono che ci danno e non per prendere qualcosa in cambio, ma per il piacere di vederci felici.
Non si dovrebbe mai perdere la fiducia in noi. Perché siamo noi stessi a capire nel miglior modo, come siamo. Non siamo il nostro lavoro come nemmeno siamo i nostri amici, genitori o altra gente intorno. Non siamo le nostre abitudini, non siamo i libri che abbiamo letto o le conoscenze che durante gli anni abbiamo acquistato. Magari queste cose ci possono essere utili nel esprimere noi stessi, ma non ci creano. Ognuno di noi é una mescolanza unico del POTERE, VOLERE, RIUSCIRE e NON DOVERE che ci identifica come le nostre impronte.
Chissa cosa cerca allora una con 32 nel 23. Cerca il complemento di se stesso per sentire cose che la sua propria mescolanza non gli permette di sentire o cerca solo un divertimento, un avventura per rendersene conto che vivere in altri mondi per se sarebbe impossibile e la punizione verrebbe con un altra mescolanza velenosa con modalità sconosciute con cui non sarebbe solo difficile ma addirittura impossibile riconoscersi e mantenersi felici. Ma il veleno è cosí dolce....
Magari quest'incontro di proprietari con diversi mischi delle modalità ci rende cosi triste o disorientato mentre siamo sicuri che con il nostro POTERE RIUSCIAMO ottenere quello che VOGLIAMO e intanto NON DOBBIAMO rinunciare a niente... Che ingenuo questo pensiero....Il risveglio come sarà?

Amore

Ma cos'è l'amore?

Credo che nessun pensiero mi aveva occupato per così lungo tempo come questo: Che cos'è il tradimento? Esistono diversi tradimenti, come uno del tipo fisico, poi un altro del tipo mentale e un terzo del tipo sentimentale o esiste solamente un tradimento. Ma se esiste solo uno, quale di questi tre dovrebbe contare?

Può essere anche questo dipendente dalla persona che lo svolge o esiste per tutti una unica strada per tradire l'amato?

La domanda sembra facile. Infatti un sacco di amici miei mi hanno semplificato la ricerca della risposta dicendo che "mica posso pretendere che la mia ragazza non guarderà piú nessuno o che nessuno le piacerà". Maaaa, in realtà non si tratta di piacimenti. Si tratta piuttosto dell' amore. Ok, mi butto sempre piú giú sulla scala dei termini. Prima comincio dal tradimento, e poi mi rendo conto che prima di poter parlare di qualsiasi cosa, devo essere sicura che quando dico amore, intendo la stessa cosa, come tutti.

Certo, ma sarebbe troppo facile dire che cos'è, così mi giocerei tutte le mie carte subito.

Bene, vedere una persona e sentire subito che ci piace, è, amore? Hm... Magari no, anche se il famoso amore per la prima vista prorpio ha capitato a me, ci credo anche parecchio che esista.

Voler essere sempre con una persona, che conosciamo è amore? Magari à solo una dipendenza o meglio, l'abitudine di potersi lasciar andare. Ma ci fa sentire bene o solo comodo, sapere che ci sarà sempre qualcuno che aiuta o almeno ci sarà sempre per noi? Ma realmente sentirsi comodo ci fa bene? O ci lascia pigri? Dove ha i suoi limiti, quando in una relazione i ruoli saranno eindeutig zugewiesen? Quando una coppia sa che il maschio sarà chi aprirà il vino dalla cena, invece la femmina sarà che andrà a lavare la macchina. Ci da sicurezza sapere che alcune cose saranno svolte sempre nella stessa maniera? Ma, un amore comincia così, con sentirsi al sicuro o addirittura con il contrario, con il voler far vedere quante cose riusciamo fare per l'altra persona? Dove in mezzo ci perdiamo e ci diciamo che l'amore può già finire, come se avesse compiuto il suo magico ruolo di portare insieme due persone e ora può, andarsene, può "cambiarsi in szeretet, in un amore più profondo"

La mancanza di una persona è amore? Magari è solo il segno che stiamo diventando dipendenti da un'altro essere. Non è tranquillizzante e assolutamente non è amabile vivere una mezza vita. Come se fossimo emotivamente disabili. Come se l'altra persona non ci avrebbe dato invece ci avrebbe addirittura tolto qualcosa.

Un segno dell'amore è l'essere gelosi. Fa ridere questa frase, no? Essere gelosi non ha affatto niente a che fare con amare. Solamente con l'insoddisfazione con noi stessi. Come potrebbe essere una persona più amabile di noi per il nostro amato, se lui ci ama già. Perch&eavute; ha i capelli più lunghi? Ma daaaai..... o perché è più snella? Ma nooo....Non conta nell'amore una cosa. Nell'amore - credo questo sia ovvio - conta l'insieme. Posso io avere tutte le caratteristiche fisiche di una donna, e lo stesso non riuscirò conquistare il suo fidanzato. Non sono lei. Che bello, nessuno è quindi nemmeno come me.

Che cosa è l'amore?

Amore e amare. Non ha niente a che fare con noi, invece con l'altra persona. L'amore vuole dare, vuole volare come un uccellino, Vuol'essere libero, vuole esistere. Necessita tutte le libertà che uno gli può dare. Per certo, non esisterebbe, se non sentirebbero all'improviso due persone questa cosa, e magicamente una per l'altra e viceversa. Quanto è bello dichiarare il proprio amore. Indipendentemente dal fatto se l'altro ci ama o no. Ma certo, se non è reciproco il sentimento, ci stuferemo presto a farci vedere, sapendo che l'altra persona non si accorgerá del nostro nuovo profumo, pensiero, camicia e tutte le stronzate con cui una - o anche uno - crede di impressionare l'altro/a.

Certo. L'amore parte di noi stessi, ma senza un obiettivo non nascerebbe mai e finisce anche presto - in generale almeno - quando non siamo riamati.

Possiamo gestire l'amore? Riusciamo a fare una differenza fra l'essere, quando guardiamo un nostro amico e ci divertiamo, quante cose dice che "ci stanno" e il giorno, quando c'accorgiamo di mettere per la mattina una maglia strascollata per farci VEDERE finalmentem proprio a lui di cui abbiamo fiora detto che è un amico. Allora cos'ha a che fare l'amore con il sesso? E se tradire si tradisce perché ci si innamora, cos'ha a che fare il sesso con l'amore? In fin dei conti non possiamo fare niente contro tradire il nostro bellissimo amore, anche contro volontà succede di andare al bar e vedere una persona, parlarci, scoprire che si frequenta la stessa palestra o che si preferisce la stessa musica poco a poco innamorarsi e sentirsi di nuovo volare. Hm...certo, si può anche non parlare con nessuno o evitare la gente piacevole o dirsi appena ci piace qualcuno un NO. Ma per cosa? Abbiamo tutti solo i nostri 70-80 anni...niente più

Avendo una uncia vita, perché non ci godiamo piuttosto questa follia che in fondo riusciamo sentire solo noi, umani, e ci amiamo in periodi con persone che lo meritano nel proprio periodo. Come la musica. Un giorno piace il Green Day, un altro invece Madonna. Che c'è di male? C'è di male, che spesso abbiamo già sentito prima della seconda amore la voglia di incomodarsi nella vita. Chi `, chi non vuole avere le mattine accanto una persona bellissima, una che conosciamo che...amiamo o amavamo una volta...

Ma non sarebbe l'umanità se non avesse la risposta pronta per questo problema. Intanto con una storia di oltre 2000 anni sarebbe anche ridicolo, se non ci fosse qualche salvezza dall'essere sempre colpevoli...Tradimento `: amarsi fisicamente con una o uno con cui non siamo una coppia. Questo si può controllare e se uno non lo fa, così esce volontariamente da una relazione.

TAO: restiamo concentrati nell'adesso, il solo momento di cui preoccuparsi.

Bene, questo èra di nuovo un giorno, a cui mi ricorderò ancora per mesi, magari anche anni.
Come potevo essere cosí cieca, a non vedere l'assolutamente chiaro? Potrebbe essere un segno perfetto del mio totale idiotismo, ma almeno il segno per sapere, che riesco ancora immaginarmi cose, che non sono vere.
Come da bambina, quando avevo la abilità di vedere nelle nuvole cose inesistenti. Ero così felice di essere sotto il cielo pomeridiano a guardarlo che ho lasciato volare anche i miei pensieri. Mi ricordo ancora, che sentimenti avevo, quando stavo guardando le nuvole. (Bene, tra l'altro devo ammettere, che invece la abilità ho "guadagnato" da grande, che riesco a pensare e rivivere sentimenti del passato, che probabilemente sono un insieme di cose percipite nello stesso momento, come colori, aria, il ritmo del cuore, che batte e odori)
Sono stata sempre molto fiera di me, a poter dire, che vivo in sogni. Addirittura ci abito dentro, riesco pensare, parlare sulla strada con persone immaginate nei discorsi immaginati. Ho bisogno di esser sola per parlare, per poter vivere le situazioni, che non mi sono accadute...ancora.
Ogni persona ha i suoi sogni personalizzati, i suoi luoghi preferiti, e magari anche alcune persone, che sono legate solo a diverse ore di ogni giornata. Persone sconosciute, che sono, come colonne di momenti delle nostre giornate, a cui associamo un certo periodo di tempo.
Come i tipi nell'autobus ogni mattina. Dopo settimane giá noto, quando ne manca uno, siamo, come un gruppo fisso della mattina sul pullmann 9 per la Fiera di Modena. Li conosco, so esattamente, quando devo alzarmi da un posto, per far scendere una certa persona, seduta accanto di me, ho i miei tipi preferiti, con cui divido volentieri lo spazio. In generale so, anche senza mai aver chiesto, che lavoro fanno, se sono sposate/sposati o meno, o se si sentono bene o no. Ci si conosce.
Figuriamoci la stessa cosa in un'azienda, dove le persone non solo si vedono ogni giorno, ma parlano, si scrivono, all'inizio strettamente del lavoro, poi capita che scambiano anche qualche pensierino privato. Chiaro, non si può permettersi di andare oltre un limite.
Si, avevo la faccia veramente disperata oggi, pensando come affronterò dopo oggi situzioni, in cui sono costretta ad entrare?
Mi sono costruita una favola fino a stamattina, qualcosa molto intera, che cominciava a liberarsi dalla mia volontà, cominciava a vivere, respirare, crescere. Sento, che non esiste più questa.....cosa. È diventato un blub, un niente, un sacco, pieno d'aria, ormai anche senza aria però
Mi consolavo tutto il giorno, che le cose non sono grave, come vedo. Dal mio "dolore" ho fatto uno scherzetto per la mia mente. Sono capace ad essere tragica, ma sembra, che nello stesso momento vedo tutto anche dal lato comico. Ridendo su una cosa che sembra di essere gravissimo, mi risparmia energia che perdo quando sono molto triste.
E non bastava la situazione assurda, ancora ho ascoltato tutto il giorno non altro, che Manu Chao. "yo llevo nel cuerpo un motor que nunca dejade rolar, llevo en el alma un camino, destino a nunca llegar. Cuando llegaré" /Desaparecido/
Tantissimi pensieri e tutti di: come potevo arrivare fin qua, credendo in qualcosa non esistente. "Me llaman el desparecido, perdido en el siglo. Cuando llegarè, Cuando llegarè, Cuando llegarè, Cuando llegarè..."
Sono stanca, da giorni non riesco respirare facilmente, come 5 anni fa, quando mia mamma se ne andò. Era il primo segnale fisico della sua mancanza per me, dopo di che, questa mancanza non finì più, se non per sogni miei o per segni, che mi indicano per strada una persona, simile a lei, simile in una cosa millimetrica, quasi non visibile, ma per me bastante per sapere, che lei c'è, che mi vede e mi ama...in questo mondo.

"Todo es menitra en este mundo, todo es mentira, la verdad, todo es mentira, lo que digo. La mentira!!!!"
In fondo non mi ha interessato più quello, che ho perso in sentieri, di quello, che ho perso realmente. Sono - come sempre - nel solito buco del perchè Voglio capire, che cosa ha ridotto - o veramente alzato - i miei pensieri ad essere pure immaginazioni. Intanto l'ha capito, che non è possibile avere lo, che appartiene già a qualcun'altro.
buscando un ideal, buscando un ideal... /Luna y sol/

Wednesday, April 9, 2008

Wann wird es zu Ende sein?

"Jede Sache hat seinen Anlass. Wenn dieser Anlass verschwindet, bleibt nur die Sache."

So, wie wenn man streitet. Anfangs gibt es den Grund dafür, aber mit der Zeit bleibt nur der Streit, die Gründe sind viel zu blass um wahre Motive zu sein.

Weswegen ist es denn so schwer mit unendlichen Streitigkeiten aufzuhören? Wahrscheinlich sollte man wirklich bis 10 zählen und abwarten, dass man mit einem klaren Kopf denken kann... Man übersieht aber diese Möglichkeit und fängt mit vollem Genuss zu streiten an.

Streite verändern sich, als wären sie formlose Massen. Beziehungen, in denen man seit Tagen, Wochen oder sogar Monaten streitet, existieren nur, weil die einzige Art des Kontaktes ist das Streiten. Um den Kontakt aufrechterhalten zu können, streitet man.

Streiten tut natürlich weh, wenn man keine dicke Krokodilhaut hat. Wenn aber einmal der Streit zu Ende ist, ist auch die Beziehung zu Ende. Man ist so traurig, dass man glücklich ist, dass man sich nicht entscheiden kann, was wäre besser? Weiterstreiten und damit weiter zusammen sein oder die einsame Ruhe genießen?