Questo è piuttosto un sospiro per le persone che sono costrette - costretto può voler dire anche un'obbligo che una persona fa per se... - a vivere all'estero e così anche costrette a rinunciare a un pezzo della loro personalit e convivere con la mancanza dell'orgoglio nazionale che nel ase d'origine viene costruito dalla cultura della nazione.
Una settimana fa ero un pollo abbattuto che avrebbe potuto tatuarsi sulla schiena: "Sono insicura o mi sbaglio?" Ora so di essere di valore, ho di nuovo forza per lavorare, riesco distinguere fra cose che mi fanno piacere e quelle che mi trattengono solo da queste cose. Finalmente mi sento libera di nuovo dopo quasi un anno.
Conta in questa rinascita la vicinanza della mia famiglia, come anche la solitudine durante il viaggio, con cui ho riscoperto di non essere imbranata, anzi. Conta che ho visto che conto pure io per le persone, pensano a me, gli fa piacere rivedermi.
Era bello rivivere pure la classica ospitalità delle famiglie e amici ungheresi che ti trattano come se fossi un'oca da ingrassare: "Mangia, mangia ancora, questo neanche hai assaggiato" - mentre tu stai solo pensando a come potresti arrivare al bagno e vomitare tutto il buon cibo, ma evidentemente troppo, fuori di te e chiaramente non vomiterai, ma ti berrai una quantità notevole di UNICUM che finge di essere un amaro che aiuta a digerire invece ti aiuta solo a diventare ubriaco in un tempo record.
Poi le cose che ci sono in Ungheria in un paesino piccolo, come Kisujszallas, le cicogne, le case, le persone, un intera gioventù insomma che non vorrei dimenticare.
È stato così bello, ma così bello!!
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