Lettere. Pezzi di un lunghissimo chat. Rivivere tutti i pensieri che riempivano allora un intero cuore. Ricordi ai giorni, pieni di alcol e sigarette e pensieri che non finiscono, problemi che non trovano una soluzione. Come una partita di scacchi dove non importa ciò che succede nel momento ma quello, che reazione avrà quello che appena abbiamo pensato, cosa faremo. Pianificare le prossime mosse che influiscono sul futuro è come in un libro dove possiamo guardare non solo avanti, ma anche indietro sulle pagine già lette, questi pensieri influiscono pure sul passato. Lo riformano, lo rendono adatto per essere messo in una delle scatole prefatte che sappiamo già come trattare.
Forse quando dimentichiamo qualcosa, non succede esattamente quello che ci immaginiamo per dimenticare. Non è non ricordarsi più a quello che è successo, invece perdonare le parole scritte e le emozioni vissute. O sovrascrivere queste emozioni e parole con altre che ci spiegano quei inquietanti perché a cui ancora non abbiamo trovato nessuna risposta.
Come possiamo andare avanti con domande che non sono state mai tolte dalla testa. Come si può dimenticare momenti o giorni o addirittura mesi che ci hanno insegnato, cosa non si può fare, dove non si potrà mai arrivare. Cercando una risposta, ma se le risposte non sono così semplici da trovare, cosa c'è da fare? Si potrà mai saltare sopra e dimenticarle...?
Quando finisce un anno, la gente automaticamnte chiude un periodo e pensa a quello cosa è riuscito concludere e a quello che deve portarsi avanti nel nuovo anno. Forse sarebbe più giusto fare dei conti con le cose, quando terminano o raggiungono uno stato per essere conclusi, non quando artificialmente ci viene detto che abbiamo esaurito il tempo a disposizione.
Non ci vuole un momento speciale per aprire un buon vino. Il momento diventa speciale perché apri quel vino.
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